La grande eredita' della Rosa gigantea

'Ad Pulchrum Est Digito Monstrari et Dicier: Hic Est!' (E' bello essere additati e che si dica: è lui!)

Campione di Rosa giganteaCampione di R. gigantea raccolto da H. Collett, Herbier Crépin. © Ivan Louette et Commune de Chaumont-Gistoux

Le piante appartenenti alla specie rampicante R. gigantea sono le più grandi del mondo: si favoleggia che possano raggiungere 30 metri di altezza ed oltre. La specie è nativa del nord-est dell'India, del nord del Myanmar e del sud-ovest della Cina, prevalentemente la regione dello Yunnan; predilige un'altitudine tra i 1000 e i 2500 metri e prospera in un clima sub-tropicale, adattandosi senza problemi anche al clima temperato mediterraneo.

Sebbene non tolleri il freddo eccessivo, può resistere ad abbassamenti eccezionali della temperatura, fino a -10°C. Accetta ogni tipo di terreno ad eccezione dei suoli saturi d'acqua; cresce bene in quelli argillosi neutri. Ama i luoghi soleggiati, sopporta la mezz'ombra. Le foglie sono sempreverdi o semi-sempreverdi, lunghe tra i 15 e i 30 cm; ogni foglia e' dotata di 5-7 foglioline della lunghezza di 4-10 cm, oblunghe, acuminate, di color verde scuro lucido. La rosa e' dotata di spine, ma non sono particolarmente abbondanti: quelle presenti sul fusto sono piuttosto dritte; sui rami fiorenti possono essere del tutto assenti ma, se presenti, hanno l'aspetto di uncini ricurvi.

La pianta se ne serve per far presa sugli alberi ospitanti, così da facilitare la proiezione dei rami verso l'alto. I fiori semplici, con cinque petali, misurano tra i 10 e i 15 cm e sfoggiano corolle color bianco neve, bianco-crema (Collett) o giallo (xanthocarpa). Sono profumati, ma l'intensità della fragranza varia da esemplare ad esemplare: talvolta è appena percettibile. Il colore del bocciolo si presenta più scuro rispetto al fiore schiuso; generalmente giallo dorato. La fioritura, che avviene in Marzo-Aprile, e' insolitamente precoce. I cinorrodi sono tondeggianti, lisci, glabri, delle dimensioni di un piccolo frutto (2,5-4 cm di diametro), di colore giallo, giallo-arancio (xanthocarpa) oppure arancio-rosso (Collett). Sono considerati commestibili, profumati, di sapore gradevole; la consuetudine è quella di consumare solo il sottile strato di polpa che avvolge i semi. Sono ricchi di vitamine, soprattutto A, C ed E, flavonoidi e acidi grassi essenziali. Sir George Watt riporta che questi frutti potevano essere trovati comunemente in vendita nei bazaar di Manipur.

Esiste anche un altro tipo di R. gigantea, nota come R. odorata gigantea Rehder & Wilson. Originaria del sud della Cina, non mostra praticamente nessuna delle caratteristiche tipiche delle R. gigantea "vere" Collett. E' noto comunque che questa pianta non è mai stata usata per creare gli ibridi che ci sono giunti (Nabonnard, Cayeux) i quali invece prendono le loro caratteristiche proprio dalle Collett.

'Ubi Bene Ibi Patria' (La patria è dovunque si stia bene)

I semi spediti a Kew da F. Crèpin germogliarono; vennero testati in diverse condizioni ambientali ed alcune delle piantine generate, spedite ad altri giardini botanici. Tuttavia, nessuno degli esemplari nati in Inghilterra fiorì, almeno inizialmente. La pianta continuava a crescere per anni, producendo centinaia di metri di rami, ma neppure un singolo fiore.

Solamente nel 1903 si diffuse la notizia che ad Asbury Park, Guildford, una R. gigantea aveva prodotto due fiori, uno dei quali di sei pollici (15 cm) di diametro. Credo si possa definire perlomeno curioso il fatto che Crèpin morì quello stesso anno. Nel febbraio dell'anno successivo la pianta produsse una dozzina di fiori, tutti al di sotto dei 14 cm di diametro. Ogni altro tentativo di propagazione della pianta per ottenere una fioritura piu' abbondante era destinato a fallire.

Nel frattempo le piante che avevano raggiunto il sud Europa avevano iniziato a prosperare: non più tardi del 1896 il giardino botanico di Lisbona poteva gia' apprezzare lo splendore della fioritura di una R. gigantea, per la prima volta in tutto l'occidente. Mentre parte del Portogallo subisce l'influenza Atlantica, nella punta meridionale la latitudine ha il sopravvento; a sud di Lisbona il clima tende a diventare sempre più caldo ed arido; infine, nel distretto di Faro il clima e' praticamente sub-tropicale, ovvero simile a quello d'origine della pianta. Come aveva giustamente ipotizzato Crèpin, il clima mediterraneo dei paesi del sud Europa era sufficientemente caldo da offrire un habitat confortevole alla pianta, che ripagava la premura con spettacolari fioriture. Sfortunatamente tutto questo portava a formulare anche un'altra considerazione: la Gran Bretagna non possedeva un clima adatto, e quindi il comportamento che la pianta assumeva in quelle regioni era atipico. Evidentemente essa non riusciva a raccogliere sufficiente energia dal pallido sole atlantico per completare il ciclo vitale, e per tale ragione la coltivazione nei freddi paesi del nord Europa non poteva essere fruttuosa.

Ad ogni modo, e' meglio affrettarsi ad aggiungere che la pianta preferisce climi ben più caldi di quello sud Europeo, tant'è vero che i migliori risultati nella coltivazione fuori dall'ambiente nativo non ebbero luogo sulle sponde del Mediterraneo, ma in Nuova Zelanda, Australia, California; sono originari di questi luoghi, infatti, molti degli ibridi che fecero apparizione successivamente.

'Festina Lente' (Affrettati... lentamente)

Un seme di Rosa gigantea spesso impiega due interi anni per germogliare, il che decisamente non la rende una delle piante preferite dai caratteri impazienti. Il tegumento e' spesso, quindi garantisce all'embrione un certo livello di isolamento dall'ambiente; inoltre quest'ultimo, per giungere a maturazione, deve essere soggetto ad una larga finestra di tempo caldo stimata in circa 2-3 settimane.

Per accelerare il processo si usa spesso incidere leggermente la superficie dei semi (scarificazione); a ciò segue un periodo di immersione in acqua calda (35-40°C) per 12/24 ore al termine del quale essi appariranno inturgiditi, per via dell'acqua assorbita. Il tegumento, ammorbidito, tendera' a consumarsi più facilmente rendendo l'embrione maggiormente soggetto all'ambiente esterno.

A questo punto è necessario adagiare i semi così trattati su torba umida o su un materiale equivalente che possa soddisfare la necessità di un ambiente sufficientemente umido ma contemporaneamente a contatto con l'ossigeno dell'aria, mantenendoli per 2-3 settimane ad una temperatura compresa tra i 25 e i 32°C; ciò provocherà il risveglio definitivo dell'embrione. I semi andranno quindi piantati; per i successivi 4-5 mesi (o comunque fino a germinazione) e' bene assicurare una temperatura intorno ai 3-4 °C. La propagazione puo' avvenire anche per talea; l'operazione va effettuata all'inizio dell'autunno. Occorre prelevare, dai rami giovani della pianta, delle sezioni di 25 cm di lunghezza e del diametro di una matita. Le talee ottenute andranno interrate in un luogo protetto, eventualmente anche all'esterno, fino all'avvenuto attecchimento; generalmente cio' si verifica dopo circa 12 mesi e con un'alta probabilità di successo.

'Accidere ex una Scintilla Incendia Passim' (A volte da una scintilla scoppia un incendio)

La quantità di varietà di rosa che sono imparentate o sospettate di essere imparentate con la Rosa gigantea è notevole. Tra gli ipotizzati discendenti naturali possiamo brevemente rammentare:

  • Parson's Pink China (Rosa x odorata pallida, Old Blush, Monthly Rose, Bengal Rose, Rose du Bengale, Pink Daily, Parson's Pink, China Old Pink Monthly, Common Monthly, Common Blush, Monthly Rose China, Old Blush China, The Last Rose of Summer).
    E' probabilmente la Rosa chinensis piu' conosciuta ed apprezzata; rifiorente, si distingue per il suo fiore semidoppio o doppio di 15-20 petali rosa argentato , segnato da venature di colore piu' intenso, di un moderato profumo fruttato. Forma cespugli che raggiungono una altezz' tra i 90 e i 300 cm. Resistente ai parassiti, vigorosa, tollera mezz'ombra suoli poveri.. insomma, per molti versi è l'archetipo della rosa ideale, se si accetta quell'aspetto un po' disordinato, sciupato del fiore che, dal mio punto di vista, è assai affascinante.
  • Hume's Blush Tea scented China (Rosa x odorata)
    E' la comune "Rosa Odorata" o "Rosa Tè" o "Old Tea Rose". Importata dalla Cina nel 1809 da Sir A. Hume, venne considerata una delle possibili espressioni della R. chinensis, sebbene siano evidenti molte delle caratteristiche morfologiche tipiche della R. gigantea. La rosa presentava con un tipico profumo di "Tè" e colorazione bianca con lievi sfumature di rosa chiaro, fiori doppi o semidoppi.
  • Park's Yellow Tea scented China (Rosa x odorata ochroleuca)
    Introdotta da Parks nel 1824, presenta notevole somiglianza con le rose Tè propiamente dette; l'influenza della R. chinensis e' molto più forte in questa pianta che nella precedente. Iin passato veniva talvonta indicata come R. indica sulphurea per via dei profumati petali doppi o semidoppi colorati delicatamente di giallo. Insieme a R. foetida lutea è considerata la principale apportatrice del tal colore in tutti gli ibridi che seguirono; in particolare va ricordato che ha contribuito ad originare le noisette giallo pallido, come la "Lamarque".
  • Fortune's Double Yellow (Rosa x odorata pseudindica)
    Talvolta indicata con "Gold of Ophir" oppure "Beauty of Glazenwood" fu scoperta nel giardino di un facoltoso mandarino a Ningpo da R. Fortune, ed in seguito introdotta nel 1845 in Europa. Nel 1932 Schoener ipotizzò che questa rampicante potesse essere un ibrido naturale di R. gigantea. Il colore della corolla è giallo brillante con sfumature rosa e porpora; il fiore, semidoppio.
  • Lijang (o Lijiang)
    E' una pianta che ha mantenuto la caratteristica, propria della sua antenata, di crescere notevolmente; anche oltre i dieci metri. E' una rampicante rifiorente dai grandi fiori rosa sfumati di albicocca, semidoppi e molto profumati. Venne introdotta dalla Cina da Gianlupo Osti, e potrebbe essere un ibrido tra una R. x odorata (che, ricordo, e' un ibrido di R. gigantea) con una R. gigantea propriamente detta. E' una pianta piuttosto vigorosa, meno sensibile alle basse temperature degli altri ibridi di R. gigantea.
  • Cooper's Burmese (Rosa Cooperii)
    Introdotta nel 1927, è ritenuta essere un ibrido R. gigantea x laevigata. Pianta di una certa mole, come la precedente, sfoggia una sola volta all'anno fiori semplici, grandi, color bianco puro o bianco-avorio e moderatamente profumati. Essi sono accompagnati da un fogliame semi-sempreverde ludido, di colore verde scuro. Tra gli ibridi naturali e non è quello che più ricorda la pianta di origine, insieme a Montecito.