Il Riccio e la Rosa
In questi testi la metafora rosa=uirgo è esplicita, o evidente, ma nell'invito rivolto alla vergine a cogliere la rosa nel pieno della sua freschezza l'immagine della morte della rosa (che pure è rappresentata in ros. nasc. 37 s. Ecce et defluxit rutili coma punica floris / dum loquor et tellus tecta rubore micat, di oraziana memoria: cfr. il celebre carm. I 11,7 s. dum loquimur, fugerit inuida / aetas; e si intravede nell'ultimo verso citato di Stazio) è dissociata da quella della vergine. In Simposio i due livelli di significato si sovrappongono: rosa e uirgo coincidono e coincide anche l'immagine della loro morte. Al ricordo di giovani donne mancate nel fiore degli anni conduce infatti il makarismós O felix per mezzo dell'allusione letteraria (cfr. anche felix a! del passo citato sopra dalle siluae di Stazio): la giuntura O felix ricorre per la prima volta in Verg. Aen. III 321 s., riferita alla vergine Polissena, fortunata perché morendo non fu costretta a toccare il letto di un padrone vincitore: O felix una ante alias Priameia uirgo / hostilem ad tumulum Troiae sub moenibus altis / iussa mori; e sarà poi riferita alla giovane martire Agnese, felix in quanto martire accolta nella gloria di Dio, in Damas. 84,14 O felix uirgo, memorandi nominis Agnes; e in Prud. perist. 14,124 o uirgo felix, o noua gloriaxvii.
Rosa Diamond Jubilee - fotografia di Giuliano Guiaro
Anche il riferimento alle spine, cui è dedicato il secondo verso dell'enigma, presenta uno scarto significativo rispetto alle immagini della tradizione: le spine sono infatti generalmente indicate quali responsabili della ferita da cui sgorga il sangue che dà origine e colore alla rosaxviii.
In Simposio le spine sono sì armi (come in anth. Lat. 86,9 Riese = 74,9 Shackleton Bailey Vnde tui flores pugnant laedentibus armis?), ma volte a difesa, armi di cui la rosa/uirgo si serve per non essere violata. L'accostamento della resistenza femminile all'immagine delle spine della rosa è soltanto negli epitalami di Claudiano e di Draconzio, dove la vergine che si difende con le unghie è paragonata alla rosa con le spine: Claud. carm. 14,5 s. ne cessa, iuuenis, comminus adgredi, / impacata licet saeuiat unguibus; 10 armat spina rosas, mella tegunt apes; Drac. romul. 7, 49 ss. sic rosa miscetur spinis, medicina cerastis / perficitur stimulisque fauos apis alma tuetur: / sic pia uirginitas non tollitur ante pudoris / unguibus infensis quam uulnerat ora mariti / et prior ante sui uindex est ipsa cruoris. Il verbo uiolo, forse suggerito dal passo di Virgilio citato sopra, è specifico per la violenza sessuale (Adams 1996, 244 e 285) e richiama qui con chiarezza l'immagine di una donna che se ne vuole difenderexix .
L'enigma si apre con un'inedita definizione della rosa come purpura terrae: se purpureo è tradizionalmente il colore della rosa (Hor. carm. III 15,15 flos purpureus rosae; cfr. anche IV 10,4; Copa 14 sertaque purpurea lutea mixta rosa; ros. nasc. 26 hanc [scil. rosam] tenui folio purpura rubra notat; e 28 mucronem absoluens [scil. rosa] purpurei capitisxx ; Aegr. Perd. 35 s. et rosa pupureum spargens per prata ruborem / seu Veneris cruor est seu flamma Cupidinis ista), il sostantivo purpura per definire la rosa ricorre solo in Peru. Ven. v. 19 florulentae... purpurae, dove però l'aggettivo florulentae suggerisce anticipatamente l'immagine del fiorexxi.
L'immagine evocata dalla giuntura purpura terrae (attestata soltanto qui), è avvicinabile a quella dei fiori purpurei appassiti sul prato insieme alle rose, chiamati a paragone della morte di una giovane sposa nel citato Stat. silu. III 3,130 aut ubi uerna nouis exspirat purpura pratis; e a quella dei petali a terra della rosa sfiorita in ros. nasc. (anth. Lat. 646), 38-39 ecce et defluxit rutili coma punica floris, / dum loquor, et tellus tecta rubore micat. Ma nel contesto dell'enigma, dove tutte le espressioni rimangono aperte alla loro valenza anfibologica, l'accostamento di purpura a terra può richiamare l'immagine del sangue sulla terra: cfr. la terra purpurata del sangue versato dei martiri in Aug. in psalm. 118 serm. 30, 5 purpurata est uniuersa terra sanguine martyrum; floret caelum coronis martyrum; serm. 300 (PL 38 col. 1377) istis ergo martyribus recentioribus, quorum millibus terra purpurata est. Forte è il ricordo del sangue versato nell'aggettivo purpureus se il Blaise registra come secondo significato quello 'allusivo al sangue dei martiri'. Purpureus è il colore del sangue, come spiega Plin. nat. IX 135 Vnde et Homero [Il. 17, 360] purpureus dicitur sanguisxxii . E il sangue versato sulla terra è il sangue della vittima, o la conseguenza della morte violenta e prematura: cfr. il passo omerico a cui allude Plinio, Il. XVII 360 s. αιματι δε; χθων / δευετο πορoρεω /; e, in ambito latino, Ou. trist. IV 2,6 Victima purpureo sanguine pulset humum; la terra madida del sangue di Polidoro in Ou. met. XIII 629 et Polydoreo manantem sanguine terram; il sangue della martire Eulalia in Prud. perist. 3,139 s. nomen et ipsa sacrum loquitur / purpura sanguinis eliciti. Inoltre il sangue versato da giovani ed eroi è l'origine di alcuni fiori, come nel caso del giacinto nato dal sangue di Aiace in Ou. met. XIII 394 expulit ipse cruor, rubefactaque sanguine tellus / purpureum uiridi genuit de caespite florem, / qui primo Oebalio fuerat de uulnere natus (cfr. X 205-216), Auson. 12,3,5 s. Green iam dabo purpureum claro de sanguine florem, / testantem gemitu crimine iudicii.
Sull'anemone nato dal sangue di Adone per intervento di Venere cfr. Ou. met. X 728 at cruor in florem mutabitur. E anche la rosa, come si è vistoxxiii , è coinvolta in spargimenti di sangue, tanto che in anth. Lat. 86,10 si conclude: Floris color et cruor unum est. L'incipit dell'enigma, purpura sum terrae, richiama dunque il legame tra la rosa e il sangue, noto per motivi diversi al mito dei poeti e all'immaginario dei cristiani.
Rosa Pergolese - Francia 1860