Gerusalemme liberata, Torquato Tasso
XII
Vezzosi augelli infra le verdi fronde
temprano a prova lascivette note;
mormora l'aura, e fa le foglie e l'onde
garrir che variamente ella percote.
Quando taccion gli augelli alto risponde,
quando cantan gli augei piu' lieve scote;
sia caso od arte, or accompagna, ed ora
alterna i versi lor la musica ora.
XIII
Vola fra gli altri un che le piume ha sparte
di color vari ed ha purpureo il rostro,
e lingua snoda in guisa larga, e parte
la voce si' ch'assembra il sermon nostro.
Questi ivi allor continovo' con arte
tanta il parlar che fu mirabil mostro.
Tacquero gli altri ad ascoltarlo intenti,
e fermaro i susurri in aria i venti.
XIV
"Deh mira" egli canto' " spuntar la rosa
dal verde suo modesta e verginella,
che mezzo aperta ancora e mezzo ascosa,
quanto si mostra men, tanto e' piu' bella.
Ecco poi nudo il sen gia' baldanzosa
dispiega; ecco poi langue e non par quella,
quella non par che desiata inanti
fu da mille donzelle e mille amanti.
XV
Cosi' trapassa al trapassar d'un giorno
de la vita mortale il fiore e 'l verde;
ne' perché faccia indietro april ritorno,
si rinfiora ella mai, ne' si rinverde.
Cogliam la rosa in su 'l mattino adorno
di questo di', che tosto il seren perde;
cogliam d'amor la rosa: amiamo or quando
esser si puote riamato amando."
Gerusalemme liberata, canto XVI [1581]